domenica 22 aprile 2012

Financial Modeling

Il financial modeling è uno dei principali strumenti del finanziario: la capacità di costruire un modello logico quantitativo (“modello finanziario”) che, partendo da informazioni (contabili, industriali o di mercato) esplicite, riesce a fornire stime, indicazioni e/o misure su valutazioni, tempi e/o condizioni (i.e. redditività, bancabilità, equilibrio, etc).
Tale capacità si regge prevalentemente su tre competenze fondamentali:
o   excel e programmazione
o   finanza e accounting
o   logica e intuizione
Ciascuna è indispensabile ma nessuna è prioritaria. Acquisire e/o avere tale capacità è una delle prime sfide “learn-by-doing” che affronta un analista junior, è un valido “prodotto da vendere” per il consulente, è un importante “strumento d’indirizzo” per il managing director o comunque per un decision maker all'interno di un'organizzazione aziendale…

Il financial modeling è senz’altro un “asset conoscitivo” fondamentale di cultura finanziaria, ma solo e soltanto se si riesce a gestire l’equilibrio emotivo-razionale tra il considerare un modello finanziario:
o   una calcolatrice banale che da valori puntuali (per la serie: “quanto fa?”), e
o   un’architettura perfetta e omnicomprensiva capace di dare dimensione e forma ad ogni tipo di analisi quantitativa (per la serie: “architetto di matrix”)
Piuttosto, credo sia importante accettare i seguenti principi base:
A)     un modello finanziario non è capace di fornirci un output informativo più accurato/completo/flessibile del grado di accuratezza/completezza/flessibilità per la quale è stato progettato (sembra scontato, ma non lo è). In altre parole: non è una calcolatrice che può fare qualsiasi operazione (a meno che noi non lo implementiamo in modo che lo faccia)
B)      lo sforzo progettuale e realizzativo di un modello finanziario va attentamente ponderato a seconda dell’obiettivo, dell’utilità (remunerativa o funzionale) che ne si pensa di trarre e dei tempi a disposizione
Il modello finanziario, benchè progettato secondo i principi base, presenta comunque due limiti fondamentali:
o   come tutti gli strumenti, ha poco senso in un ottica "stand alone": va inserito in una logica più ampia. In particolare, va contestualizzato, tra le altre cose, nel contesto contrattuale/di risk allocation in cui è stato pensato
o   come tutti gli strumenti complessi, non è "self-explicative". Infatti, è (spesso) controllato è gestito dal designer/developer originale (fatta eccezione per i contesti lavorativi molto standardizzati)
Un buon finanziario, non è solo un buon financial modeler: cerca di superare entrambi i suddetti limiti, contestualizzando il modello finanziario nell'ambito di un'analisi più approfondita e, sulla base dell'esperienza, cerca di volta in volta di padroneggiare i modelli finanziari anche se non ne è l'autore.

mercoledì 18 aprile 2012

Il Finanziario

"Un gran calciatore vede autostrade dove gli altri vedono solo sentieri" (cit. Vujadin Boskov)
Credo che sia questa la strada che oggi deve prendere la finanza e le persone che vogliono lavorarci.
La finanza è nata con un preciso obiettivo: agevolare le transazioni, gli scambi tra operatori economici. In tal senso più ampio, la finanza "virtuosa" non è solo moneta e tassi, è (nell'economia 2.0) trasparenza, informazione, rappresentazione...
La finanza speculativa, invece, porta a concludere scambi che si basano su una posizione di superiorità patrimoniale, negoziale e/o informativa oppure di prevaricazione politica, militare, fisica o in altre forme. Essa quindi genera e, spesso, amplifica un disequilibrio a vantaggio di chi è già in una posizione di forza fino all'esasperazione: il più forte si appropria di fatto o di diritto di ciò che invece è (o dovrebbe essere) l'oggetto dello scambio, annullando il concetto di "contropartita" e svilendo qualsiasi schema logico-contrattuale con conseguenze economiche e sociali gravi.
La finanza speculativa, portando all'annullamento del bisogno dello scambio, annulla se stessa: non è sostenibile né individualmente né sistemicamente.
Il finanziario al giorno d'oggi deve riscoprire il luogo e la funzione che gli appartiene, si deve far portatore di soluzioni e di idee, individuando prima degli altri l' "autostrada dello scambio", la possibilità che due o più parti possano avere interesse a chiudere un affare, agevolandolo con un contributo non banale.
La finanza così applicata, sarà virtuosa: attenzione, non sarà asservita all'economia ma la completerà fornendo un valore aggiunto in trasparenza, tempestività e gestione controllata dei rischi: nell'interesse degli attori e del sistema a cui appartengono. Inizio questo viaggio, da finanziario, a caccia di "autostrade"...