"Un gran calciatore vede autostrade dove gli altri vedono solo sentieri" (cit. Vujadin Boskov)
Credo che sia questa la strada che oggi deve prendere la finanza e le persone che vogliono lavorarci.
La finanza è nata con un preciso obiettivo: agevolare le transazioni, gli scambi tra operatori economici. In tal senso più ampio, la finanza "virtuosa" non è solo moneta e tassi, è (nell'economia 2.0) trasparenza, informazione, rappresentazione...
La finanza speculativa, invece, porta a concludere scambi che si basano su una posizione di superiorità patrimoniale, negoziale e/o informativa oppure di prevaricazione politica, militare, fisica o in altre forme. Essa quindi genera e, spesso, amplifica un disequilibrio a vantaggio di chi è già in una posizione di forza fino all'esasperazione: il più forte si appropria di fatto o di diritto di ciò che invece è (o dovrebbe essere) l'oggetto dello scambio, annullando il concetto di "contropartita" e svilendo qualsiasi schema logico-contrattuale con conseguenze economiche e sociali gravi.
La finanza speculativa, portando all'annullamento del bisogno dello scambio, annulla se stessa: non è sostenibile né individualmente né sistemicamente.
Il finanziario al giorno d'oggi deve riscoprire il luogo e la funzione che gli appartiene, si deve far portatore di soluzioni e di idee, individuando prima degli altri l' "autostrada dello scambio", la possibilità che due o più parti possano avere interesse a chiudere un affare, agevolandolo con un contributo non banale.
La finanza così applicata, sarà virtuosa: attenzione, non sarà asservita all'economia ma la completerà fornendo un valore aggiunto in trasparenza, tempestività e gestione controllata dei rischi: nell'interesse degli attori e del sistema a cui appartengono. Inizio questo viaggio, da finanziario, a caccia di "autostrade"...
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