Tale capacità si regge prevalentemente su
tre competenze fondamentali:
o
excel e programmazione
o
finanza e accounting
o
logica e intuizione
Ciascuna è indispensabile ma nessuna è prioritaria. Acquisire e/o avere tale capacità è una delle prime sfide “learn-by-doing” che affronta un analista
junior, è un valido “prodotto da vendere” per il consulente, è un importante “strumento
d’indirizzo” per il managing director o comunque per un decision maker all'interno di un'organizzazione aziendale…
Il financial modeling è senz’altro un
“asset conoscitivo” fondamentale di cultura finanziaria, ma solo e soltanto se si riesce a gestire
l’equilibrio emotivo-razionale tra il considerare un modello finanziario:
o
una calcolatrice banale che da valori puntuali (per
la serie: “quanto fa?”), e
o
un’architettura perfetta e omnicomprensiva
capace di dare dimensione e forma ad ogni tipo di analisi quantitativa (per la
serie: “architetto di matrix”)
Piuttosto, credo sia importante accettare i
seguenti principi base:
A)
un modello finanziario non è capace di fornirci
un output informativo più accurato/completo/flessibile del grado di
accuratezza/completezza/flessibilità per la quale è stato progettato (sembra
scontato, ma non lo è). In altre parole: non è una calcolatrice che può fare
qualsiasi operazione (a meno che noi non lo implementiamo in modo che lo
faccia)
B)
lo sforzo progettuale e realizzativo di un
modello finanziario va attentamente ponderato a seconda dell’obiettivo,
dell’utilità (remunerativa o funzionale) che ne si pensa di trarre e dei tempi a
disposizione
Il modello finanziario, benchè progettato secondo i principi base, presenta comunque due limiti fondamentali:
o
come tutti gli strumenti, ha poco senso in un
ottica "stand alone": va inserito in una logica più ampia. In particolare, va
contestualizzato, tra le altre cose, nel contesto contrattuale/di risk allocation in
cui è stato pensato
o
come tutti gli strumenti complessi, non è
"self-explicative". Infatti, è (spesso) controllato è gestito dal designer/developer originale (fatta
eccezione per i contesti lavorativi molto standardizzati)
Un buon finanziario, non è solo un buon financial modeler: cerca di superare entrambi i suddetti limiti, contestualizzando il modello finanziario nell'ambito di un'analisi più approfondita e, sulla base dell'esperienza, cerca di volta in volta di padroneggiare i modelli finanziari anche se non ne è l'autore.